
127 giorni in balia dell’Oceano. Jean Jaques Savin e la sua barca “botte”
E’ di pochi giorni fa la triste notizia della scomparsa del 75enne Jean Jacques Savin durante uno dei suoi viaggi avventura: attraversare l’Oceano Atlantico a remi. Credo che raccontare una delle sue avventure, sia il miglior saluto per questo grande navigatore.
Non vi nascondo che ho da sempre sognato e desiderato imprese nel mare. Sono sempre stato attratto da come un’idea, a volte folle, possa trasformarsi in uno scafo spesso autocostruito, andando contro tutto e tutti: dalle leggi della fisica ai detrattori da porto, dalle mille paure e pensieri “all’inutilità” di una sfida con se stessi…e il mare. Difficile da spiegare, figuriamoci da comprendere. Ed è stato questo che nel 2019 mi ha fatto conoscere virtualmente Jean e la sua avventura
Jean Savin non era uno sprovveduto, ex judoka, surfista, ex paracadutista, pilota privato, amante degli sport estremi. All’attivo aveva quattro attraversate atlantiche in barca a vela e, tra una gara di triathlon e l’altra,per festeggiare il suo 70° compleanno ha scalato il Monte Bianco. Sulla preparazione fisica e sicuramente mentale non gli si poteva dire nulla.
Nel 2018, a 72 anni, arriva una delle sue imprese: attraversare l’Oceano Atlantico in una “botte” spinto esclusivamente dai venti e le correnti. Decide così di costruire la sua barca, decisamente insolita, a forma di botte. TESA. Una barca senza nessun tipo di propulsione, perchè saranno le correnti e i venti gli unici motori disponibili per Jean.

Uno scafo realizzato in poliestere per resistere a possibili urti e onde che si infrangono. Lungo 3 metri e largo 2,10 m (1,70 m nei fianchi). Circa 6 metri quadri lo spazio totale disponibile. Dispone di quattro oblò: uno per lato e uno sotto lo scafo. Nella parte superiore ha realizzato invece un portello apribile sormontato da una cupola di circa 60cm di diametro. Una chiglia appesantita equilibra il tutto per evitare il ribaltamento.

All’interno un piccolo tavolo da carteggio con sedia, strumentazione, un letto e una piccola cucina. Non serviva tanto altro a Jean, senza dimenticare la sua canna da pesca indispensabile per rifornirsi di pesce e due bottiglie di vino! Navigando sul suo sito internet dedicato all’impresa, ho trovato l’elenco del materiale portato a bordo.
Attrezzatura a bordo
Sicurezza
• Irridium GO
• Tablet con GPS con protezione impermeabile
• Software meteo 4d per tablet
• Cartografia
• VHF portatile • VHF e AIS semplici (trasmettitore/ricevitore)
• Un’antenna comune a entrambi con un duplexer
• Un faro Globastar 3 spot per essere seguito via internet
• Segnalatore personale e segnalatore di soccorso
• Una zattera omologata per 4 persone
• Una scatola di razzi
• Un’ancora marina
• Un estintore
• Un giubbotto di salvataggio
• Una pompa di sentina
Tecnica
• Due droni: maltempo – tempo normale
• Due go pro: uno esterno – uno interno
• Lettore di schede GPS
• Accessorio supporto antenna
• Barometro, orologio, bussola
• Due batterie al gel da 80 Ah
• Due pannelli solari da 100 W
• Accoppiatore
• Regolatore di ampere
• Faretto
• Dissalatore manuale
• Due aeratori
Altro
• Lavello • Valvole • Isolamento interno in schiuma • Taniche
• Fornello • Bombole del gas • Alimenti liofilizzati
• Grilli, girelle, funi, attrezzi appropriati, ecc.
Il 26 dicembre 2019 è partito da El Hierro, nelle Canarie, per arrivare quattro mesi dopo e con circa 2600 miglia alle spalle a St. Eustatius, isola dei Caraibi olandesi. Eh si, i Caraibi perchè come dice Dan Lenard “tutto quello che parte dalla nostra metà dell’Atlantico, prima o poi arriva ai Caraibi”.
A bordo anche strumenti forniti dal “Wallerstein Medical Center” di Arès, la sua città natale, che hanno chiesto di monitorarlo per capire le reazioni del fisico in un ambiente angusto sottoposto a movimento continuo e ininterrotto.
Al suo arrivo, un nuovo eroe per la sua patria, già con una nuova sfida in mente, quella che purtroppo non è riuscito a concludere. Che sia in una botta spostato dalla corrente, in una barca a vela o con la forza dei tuoi remi… Buona Navigazione Jean.
Un viaggio in cui l’uomo non è il capitano della sua barca, ma passeggero dell’oceano.
Jean Jaques Savin
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