James Wharram e il suo sogno. Due ragazze e due catamarani nell’Oceano Atlantico
Nel 1954 James Wharram, pioniere dei catamarani, attraversa l’oceano atlantico su un catamarano autocostruito di 7 metri, il Tangaroa, insieme a due ragazze tedesche: Ruth e Jutta e il loro piccolo cane Pepe. Una traversata ricca di emozioni che li porterà fino a Trinidad, dove abiteranno per circa due anni, prima di costruire un altro catamarano, il Rongo, con cui attraverso il nord atlantico, fanno ritorno Inghilterra nel 1959.
Ma partiamo da lontano, quando James aveva solo 26 anni .
Tutto il tempo libero che aveva lo dedicava allo studio, cercava di carpire ogni informazione dai disegni che trovava, dalle esperienze che leggeva e dai musei di barche che visitava in continuazione. La sua attenzione di soffermò sulla doppia canoa polinesiana, o pahi, più semplicemente catamarano.
Durante le sue letture trovò un libro che lo ispirò “Canoe dell’oceania”, in cui trovò una versione di catamarano , ricoperta di pannelli e dal fondo piatto, lunga circa 7 metri. Ecco, era questa la barca che con le sue conoscenze e capacità di costruzione poteva permettersi di realizzare. Pochi attrezzi gli servivano, una sega, un martello, chiodi e tanto legno.
Nel 1954 in un fienile nei dintorni di Manchester, James , a solo 26 anni, inizia a costruire il suo primo catamarano,il TANGAROA una barca di 7,15, con sole 200 sterline, l’equivalente di circa 580 euro odierni) e con accanto Ruth, una ragazza tedesca. Durante il periodo della costruzione furono tantissimi gli amici e i curiosi che accorrevano per vedere il proseguire dei lavori, molti per semplice curiosità, molti per deriderlo, come spesso accade. Pochi quelli realmente interessati. Tra questi c’era Jutta, una giovane ragazza tedesca che chiese a James di aiutarlo nel costruire la barca e di attraversare l’oceano insieme a lui e chiaramente a Ruth. All’inizio fu un po’ titubante, molti gli avevano proposto la stessa cosa per poi svignarsela all’ultimo minuto.
In pochi mesi il catamarano prese forma: lungo 7,15 m, con due scafi larghi 76 cm. Ogni scafo era diviso in quattro paratie stagne. Dentro agli scafi erano stati ricavati una cuccetta di 2 metri, una cambusa e una piccola zona per il carteggio.
Nella sezione di mezzo una piccola tuga assicurava un’altezza in cabina di circa 1,20m.
I due scafi erano uniti tra loro da quattro bagli imbullonati che garantivano al catamarano una larghezza di 3.35.
Il catamarano è praticamente pronto per il primo varo. Per James inizia il momento delle 1000 domande: galleggerà, si muoverà, bordeggiare? Tutte le sue paure svanirono e il Tangaroa si dimostrò in grado di navigare e di compiere un grande viaggio.
A settembre del 1955 Il Tangaroa parte con il suo equipaggio al gran completo. James 27 anni, che si occupava della manutenzione e riparazioni a bordo, Ruth 23, addetta alla navigazione e Jutta 17 che era un’ottima cuoca.
La barca inizia a navigare attraversando con qualche difficoltà il Golfo di Biscaglia, difficoltà che temprano e preparano l’equipaggio alla grande traversata. Nei mesi successivi toccano alcuni porti della Spagna e del Portogallo, dove incontrarono tantissime persone, diverse da loro e molto “curiose”. In questo periodo la terraferma li tenta a restare. Ma niente da fare.
L’obiettivo è quello di raggiungere le Canarie per iniziare la vera traversata dell’oceano e lo fanno smontando il catamarano e imbarcandolo su una nave ex sminatrice tedesca. Giunti alla Canarie il catamarano viene rimontato e può iniziare la vera e propria avventura, ma con una grande sorpresa: Jutta scopre di essere in dolce attesa ma decide comunque di partire. L’oceano atlantico, accoglie il Tangaroa, con Wharram al timone, Ruth a tracciare e calcolare continuamente la rotta, Jutta intenta a preparare tutti i pasti necessari e il piccolo pepe, un cane ricevuto in regalo a Ribadeo, a tenere il morale alto dell’equipaggio.
L’oceano si presenta per quello che è. Dalle burrasche più forti ai venti gelidi, di certo non quello che si aspettavano. Dormivano stretti nella cabina, con il cane che gli scaldava le gambe e a turno qualcuno prendeva il timone e controllava la rotta. Il Tangaroa Inizia a mostrare i primi punti deboli. I timoni si rompono più volte e James riesce sempre ad inventarsi un modo per ripararli. Le altissime onde, spazzano il ponte, fortunatamente costruito a listelli e gli scafi imbarcano acqua. Come se non bastasse le teredini, piccoli molluschi che mangiano e consumano il legno, creano delle falle sugli scafi, anche questi svuotati e sistemati dal equipaggio. La vita a bordo prende un certo ritmo, Jutta continua a cucinare per tutti, Ruth calcola costantemente la posizione e la rotta e James di dedica alle piccole riparazioni e qualche lettura. Sembra tutto ok, ma non mancano piccole allucinazioni: ognuno dei tre nel proprio diario appunterà di aver sentito voci, musica, frasi di incitamento….forse l’unico sano era Pepe, il loro piccolo cagnolino.
Finalmente terra, arrivano a Trinidad dopo circa 6 settimane di navigazione.
L’emozione è forte e il paese bellissimo. Dopo qualche peripezia burocratica decidono di vivere li, costruendo una zattera galleggiante di bambù, dove nacque il piccolo Hannes. La zatterà però non durò tantissimo, il temporali fecero il loro lavoro in poco tempo e tutto andò distrutto davanti ai loro occhi.
Ma il Tangaroa che fine aveva fatto? Il tangaroa purtroppo era inservibile, marcio e malconcio. Proprio a Trinidad James incontra Bernad Motessier ed Henry Waklem e cosa fanno? Si riposano al sol leone chiacchierando del più o del meno? Decisamente no, insieme a loro costruisce un nuovo catamarano, più grande del primo, circa 12 metri, sicuramente più comodo e marino: il RONGO.
Nel 1959, l’ormai rodato equipaggio riparte, passando per New York (dove la nonna forse preoccupata vola a prendere Hannes) per attraversare il nord atlantico. Non mancano le burrasche, ancora problemi ai timone e vele da cucire perchè distrutte dal vento. Notti insonni per i tre che continua a timonare imperterriti, tra mare mosso, balene e uccelli di terra che come un miraggio si avvicinano a loro. Finalmente dopo 50 giorni di navigazione da New York arrivano a casa, la “loro” Inghilterra, tra familiari festanti e il piccolo Hannes che finalmente può tornare tra le braccia di sua mamma, Jutta!
Da questa grande avventura nasce un bellissimo libro, Due ragazze, due catamarani scritto da James Wharram, edito in italia da Editrice Incontri Nautici. Una splendida lettura, che fa sognare ad occhi aperti.
Il 14 dicembre 2021 il grande ingegnere navale, costruttore e grande navigatore, scompare all’età di 93 anni. Pochi giorni dopo, purtroppo, anche un altro grande sognatore scompare, proprio durante lo svolgimento di una delle sue grandi imprese, Jean Jaques Savin. Puoi leggere l’articolo dedicato alla sua avventura del 2019, quando ha attraversato l’oceano in una barca a forma di botte.
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